Scott Westerfeld
Leviathan
traduzione: Tiziana Lo Porto
Einaudi, 400pp.
Dopo
l’apertura al fantasy con Gli eroi del
Crepuscolo di Chiara Strazzulla, Einaudi si apre anche allo steampunk. Stessa edizione di lusso,
carta lucida ed illustrazioni. Stavolta, però, non parliamo di un autore
esordiente ma di Scott Westerfeld, già noto in Italia, grazie a Mondadori e
Newton Compton, per Uglies ed i Diari della Mezzanotte.
La
premessa di Leviathan è l’omicidio
dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria del 1914, storico casus belli della Prima Guerra Mondiale.
Westerfeld, però, rielabora i fatti storici in un’Europa completamente diversa
dalla nostra: le maggiori potenze europee sono divise tra Darwinisti, seguaci
delle scoperte di Charles Darwin e padroni di una avveniristica manipolazione
del dna animale e Cigolanti, più guerrafondai e fedeli solo alle scienze
meccaniche. All’ombra della guerra incipiente si incontrano Alek, il figlio
senza titoli regali dell’arciduca, costretto alla fuga dalla aristocrazia austriaca
mandante dell’omicidio e Deryn, una ragazza londinese che si finge un maschio
per arruolarsi nell’aviazione britannica. E poi lei, la Leviathan, la
gigantesca balena-dirigibile da guerra inglese in missione segreta verso l’Impero
Ottomano.
In
questo scenario di “integralismi scientifici” – quasi religiosi – Westerfeld
mescola il gusto dell’avventura di un romanzo di Giulio Verne con l’immaginario
di una certa animazione giapponese (Steamboy
o Last Exile) ed il risultato sono un’ambientazione
ed una varietà di particolari che fanno da vero nerbo a tutto il libro: la
Leviathan stessa è più di una balena volante, ma un gigantesco ecosistema
vivente abitato dagli uomini dell’equipaggio ed altri animali, mentre i mezzi armati
dei Cigolanti, molto simili a futuristici
mech robotici, sono alimentati a cherosene e pilotati con leve, manubri e
valvole. Di contro, più deboli, seppur ben definiti, risultano i personaggi che non sembrano
nascondere sorprese per il lettore e che molto hanno da invidiare alle figure
più “snelle” e vive dei midnighters
dei Diari della mezzanotte.
La
formula di Westerfeld resta sicuramente promettente, ma per un giudizio più
completo bisognerà attendere i capitoli successivi Behemoth e Goliath.
Luca Benedetti